Insalata di arance e pesce spada al
profumo di capperi
I
capperi sono l'ingrediente principe della cucina eoliana che arricchisce
tutti i piatti, dall'antipasto ai primi e ai secondi. Usatissimi per
preparare semplici insalate, proposte anche come antipasto, vengono
utilizzati per questo piatto ricco e originale che fonde al classico
ortaggio eoliano due sapori tipici di tutta la Sicilia: gli agrumi e il
pesce spada.-
Ingredienti
Otto fette di pesce spada affumicato,
un'arancia, un limone maturo, sette cucchiai di olio extravergine, due
cucchiai di capperi delle Eolie, due cucchiai di aceto bianco, un mazzetto
di basilico e mentuccia, dodici mandorle, sale e peperoncino.-
Preparazione
Tagliare a spicchi e privare della
pellicina l'arancia e il limone e disporli in un piatto da portata insieme
alle fette di pesce spada tagliate a julienne. Preparare una salsina
amalgamando tra loro l'olio extravergine, l'aceto, i capperi, il basilico
e la mentuccia tritate e le mandorle pelate e spezzettate. Condire con
questo preparato il pesce, aggiungere sale e peperoncino e servire fresca.-
Tempo : Fino a mezz'ora
Difficoltà : Bassa
Spaghetti ca pumaduredda
A
dispetto della presenza incombente del mare, la gastronomia delle Eolie un
tempo era essenzialmente di terra. Piatti dominati da legumi e ortaggi di
produzione locale come pomodori, cipolle, patate, cicerchie, ceci, fave e
fagioli, usati da soli o per condire la pasta, portata principe di ogni
pasto. Una dieta arricchita raramente dalla carne, soprattutto di
castrato. Oggi sulle tavole delle isole domina il pesce ma non sono
scomparse del tutto le antiche ricette come questi classici
, un piatto semplicissimo che deve il suo gusto ai pomodorini locali.-
Ingredienti
300 grammi di spaghetti, 600 grammi di
pomodorini a pennula, aglio, sale, olio extravergine d'oliva, peperoncino,
basilico, origano e ricotta salata (facoltativa).-
Preparazione
In una padella larga fare rosolare
nell'olio l'aglio (che poi però va tolto) e il peperoncino. Quando l'olio
è ben caldo e l'aglio ha preso colore aggiungere i pomodorini
precedentemente tagliati in due (con tutta la buccia ma privati dei semi)
e fare appassire a fuoco vivo aggiungendo origano e sale. A parte cuocere
gli spaghetti in abbondante acqua salata. Scolarli e farli saltare in
padella con il condimento. Servire ben caldi dopo aver aggiunto il
basilico tritato e, volendo, un pizzico di ricotta salata grattuggiata.-
Tempo : Fino a mezz'ora
Difficoltà : Bassa
Totani ripieni
Un
po' più grosso di un calamaro, con una carne meno morbida ma un gusto più
deciso, vagamente selvatico, il totano è il pesce che domina le tavole
eoliane, forse anche perché lo si può pescare tutto l'anno. Data la
consistenza della carne è meno adatto alla griglia e si presta invece
benissimo per cotture in umido o al sugo. Il modo più classico di
prepararlo è ripieno.
Ingredienti
6 totani, un po' di salsa di pomodoro,
aglio, prezzemolo, mentuccia, capperi dissalati, mollica di pane, due
uova, olive bianche, un dito di vino bianco, sale e pepe nero
Preparazione
Pulire i totani separando i tentacoli
dal cappuccio che va mantenuto intero. Far rosolare in una padella con un
po' d'olio i tentacoli tagliati a pezzi molto piccoli, salare, aggiungere
un po' di vino bianco e far cuocere a fuoco lento. Togliere il pesce,
aggiungere un po' d'olio e far soffriggere due spicchi d'aglio
schiacciati. Appena hanno preso colore unire la salsa di pomodoro, il
prezzemolo tritato e il sale e lasciar cuocere per una decina di minuti.
Nel frattempo preparare il ripieno con due uova sbattute, la mollica di
pane, le olive sminuzzate, il pepe nero, la mentuccia, i capperi tritati e
i tentacoli. Riempire il pesce e chiudere con uno stecchino o con ago e
filo. Unire i totani ripieni alla salsa di pomodoro e lasciarli sul fuoco
fino a cottura ultimata. Volendo i totani possono anche essere cotti nel
forno con olio e un po' di vino bianco. In questo caso è meglio non
utilizzare l'uovo per il ripieno, aggiungere anche il basilico e qualche
acciuga dissalata. Per rendere i totani più morbidi infine, prima di
riempirli, li si può far saltare interi in padella, appena il tempo di
farli asciugare completamente.
Tempo : Un'ora
Difficoltà : Media
Capperi e cucunci
La
pianta del cappero, in genere, cresce spontanea sulla lava delle isole
minori siciliane. A Salina però questi delicati ortaggi vengono
coltivati. I capperi non sono il frutto della pianta ma i boccioli non
ancora dischiusi dei suoi fiori. Raccolti a mano, conservati sotto sale,
prima di essere utilizzati vanno immersi nell'acqua per un po' di tempo in
modo da far perdere loro l'eccesso di sale e recuperare profumo e gusto. A
Salina si coltivano due qualità di capperi, nocellaro e nocella,
che non si ammorbidiscono troppo dopo la salatura che va fatta
rigorosamente con sale marino. Ottimi anche i frutti della pianta di
cappero, i cosidetti cucunci, che hanno la forma di piccoli cetrioli e
sono molto buoni sott'aceto. Alle Eolie sono spesso serviti come
antipasto.
I pomodori eoliani
Della
famiglia dei pomodori a ciliegia, tipici di molte regioni del sud Italia,
i pomodorini delle Eolie hanno una forma caratteristica, che li
differenzia dai fratelli dell'isola madre: sono appena allungati, il che
ha fatto guadagnare loro il nome di pomodorini a pennula. Grazie al
microclima delle isole, temperato e caldo, con un'escursione termica tra
le più basse d'Italia, ventoso e abbastanza umido, i pomodorini
acquistano un gusto particolarmente dolce. Raccolti in estate vengono
conservati, per essere utilizzati anche d'inverno, appesi in larghe ruote
di vimini.
Canestrato
Formaggio
tipico di molte aree della Sicilia, il pecorino viene però lavorato
diversamente in base alla zona specifica di provenienza. Il canestrato,
ricavato dal latte di pecora, prende il suo nome dal canestro in cui viene
fatto maturare, che conferisce alla crosta la tipica forma rugosa. Ce ne
sono diverse varietà: freschissimo di chiama tuma, rassodato e
salato diventa primusali, mentre quello prodotto alle Eolie è
detto cotto dal particolare processo di preparazione. Quando le
forme fresche sono pronte infatti vengono cotte nel siero bollente, per
una, due o tre ore a seconda del peso, e
Malvasia delle Lipari arcipelago
delle Eolie
Nato ai tempi dei greci questo vino aromatico e dolce raggiunse l'apice
della sua fama nell'800, quando veniva esportato in Inghilterra e in
Francia e la sua produzione contava 10.000 ettolitri l'anno. Finché nel
1890 la filossera distrusse il 90% delle vigne e la malvasia rischiò di
sparire. Furono produttori tenaci e pazienti, come gli Hauner, a
continuare la sua produzione raffinando sempre di più il vino fino a
fargli guadagnare la Doc. Oggi la Malvasia, che con il passito di
Pantelleria e il marsala rappresenta il meglio dei vini passiti di
Sicilia, non supera i 500 ettolitri l'anno. A dispetto del nome i vigneti
non sono a Lipari ma a Salina nelle zone di Malfa, Valdichiesa e Capo
Faro. Fatto da uva di malvasia con una piccola aggiunta di Corinto nero,
questo vino deve il suo particolare aroma alla tecnica di lavorazione. Le
uve sono coltivate a pergolato basso o a filare, i grappoli vengono
raccolti supermaturi, ripuliti ed esposti al sole per quindici giorni su
speciali graticci. Dopo la torchiatura la malvasia viene lasciata
fermentare in fusti e poi travasata in botti.
Uva : Malvasia di Lipari (95%), Corinto
(5%)
Colore : giallo dorato o ambrato che
invecchiando acquista sfumature rosate
Sapore : dolce, pieno, equilibrato con
note di tamarindo e glicine, talvolta un leggero retrogusto di ribes
Gradazione : 18-20°
Temperatura : 12-14°
Abbinamento : Dolce e carico si abbina
bene ai formaggi erborinati, ai dolci come cassata e cannoli o come i
nacatuli delle Eolie (fagottini ripieni di mandorle, zucchero e cannella).
È ottimo anche come vino da meditazione.
Marsala
Ormai noto in tutto il mondo il Marsala viene prodotto da secoli nella
provincia di Trapani ed è preparato in più tipi, dovuti alle diverse
mescolanze di mosti e vitigni. Per realizzare questo vino liquoroso,
insieme al passito di Pantelleria e alla malvasia delle Lipari considerato
il principe dei passiti siculi, infatti vengono utilizzate uve di Grillo,
Cataratto, Pignatello, Calabrese, Nerello, Damaschino, Inzolia e Nero d'Avola
con un'aggiunta di alcol etilico di origine vitivinicola o di acquavite di
vino. I marsala inoltre si distinguono in base al contenuto di zucchero -
secco, semisecco e dolce - e all'invecchiamento: Fine, quando il vino ha
minimo un anno, Superiore per vini di due anni, Superiore Riserva (quattro
anni), Vergine o Soleras (cinque anni), Vergine o Soleras stravecchio
(dieci anni).
Uva : Grillo e/o Catarratto, Ansonica
(detta localmente Inzolia) e/o Damaschino
Colore : Sono diversi i colori dei
marsala, si va dall'oro all'ambra e al rubino con riflessi ambrati
Sapore : Caratteristico, pieno e
rotondo, persistente
Gradazione : Fine non inferiore a 17°,
Superiore 18°, Vergine o Soleras 18°
Temperatura : 12-14°
Abbinamento : Sia nella versione secca
che in quella dolce è ottimo abbinato a formaggi erborinati, cassata,
frutti di Martorana e dolci. Vino da meditazione
Passito di Pantelleria
Prodotto dai vigneti dell'isola di Pantelleria esclusivamente con uve
Zibibbo fatte appassire al sole in vigna su stenditoi di pietra lavica. Il
mosto viene poi fatto fermentare molto lentamente con l'ausilio del fiore
di uva Zibibbo. Alcuni produttori lo lasciano poi maturare in botti di
rovere. Ne esiste anche una versione liquorosa, ottenuta con l'aggiunta,
durante o dopo la fermentazione, di alcol di origine vitivinicola.
Uva : Zibibbo
Colore : Giallo dorato tendente
all'ambra che diventa più intenso nella versione liquorosa
Sapore : Pieno, dolce, non stucchevole,
aromatico. Diventa vellutato nella versione liquorosa
Gradazione : 20°, 22° per il
liquoroso
Temperatura : 12-14°
Abbinamento : Accompagna bene i
formaggi, sia erborinati che piccanti, i dolci siciliani, i frutti di
Martorana. Nella versione liquorosa è un ottimo vino da meditazione
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